
“Avevi la pagaia asciutta!!”
Ero indeciso come titolare la cronaca dell’ultima Avventura Carrista in quanto i motivi degni di titolo sono stati diversi in questa domenica da epica omerica, dal ritorno di ricciolinen alla piena del noce, all’incipit “Pirati Padani”.
Ho deciso per la frase più forte del weekend, frase peraltro di cui non conosco neanche l’autore, anche se non c’era bisogno di un’autore, in quanto sarebbe potuto essere chiunque di noi, perché ormai dopo 30 anni ci conosciamo bene.
“Avevi la pagaia ASCIUTTA! (in maiuscolo perché indicativo di uno stato impossibile in natura)”
Sono un paio d’anni che le nostre avventure si stanno trasformando di volta in volta in maniera sempre più Wild, come a sfidare la natura che cerca d’infierire sui nostri fisici statuari con l’infame e subdolo effetto del tempo che passa, ma a cui rispondiamo a muso duro cercando senza sosta l’estremo, forti di ferreo cuore (sulla ferrea molte ometterei per evitare facile ironia…).
La cronaca narra della prima trasferta Karrista senza Korrierino ma con un rientro nei ranghi di un desaparecidos: Ricciolinen da Stokkarda. Un felice ritorno che si palesa al parcheggio di partenza dell’autostrada a Carpi munito di una borsa di magliette acquistate a Predappio (non sto a specificare il tema stilistico) e pronto per l’avventura.
Il trasferimento avviene senza scossoni (tranne fare tutti gli autogrill dell’autobrennero senza riuscire a prendere un caffè perché sembra che tutte le società di gestione abbiano deciso per una ristrutturazione con il 110% di contributi…primo caffe in Val di Non).
Entrati in Val di Sole iniziamo a vedere il temibile Noce nel fondovalle. E’ incazzato e ci sta aspettando. Poveretto, non sa con chi ha a che fare!
Dimaro, sede di TrentinoWild. Arrivati ci fiondiamo alla reception, pronti a buttare il cuore oltre ogni ostacolo. Prima cazzata…facciamo parlare Kavallo che già combina kasini. Per punizione pagherà anche la grigliata. Si, perché mi ero scordato di dire che, certi di poter averla vinta sul tempestoso Noce e pregni d’ottimismo karrista, avevamo prenotato anche il BBQ post Rafting!
Compiliamo gli ormai onnipresenti moduli (“si convivo con questi 7 gay e no, non sono interessato all’assicurazione complementare…ma perché dovrebbe servire un’assicurazione???”) e passiamo allo step successivo.
Pronti e iniziamo a cambiarci (anche se qualcuno si è presentato in boxer notoriamente comodi sotto la muta da sub); alla distribuzione mute ci avvisano che la taglia va dietro “perché qualcuno ha provato a mettersi la muta al contrario”. Piomba il silenzio e gli occhi sono solo per uno di noi: Kamel. Ma questa volta non succederà!!!
Nota negativa per l’organizzazione: non fanno la stessa avvertenza per il casco (ma del resto chi riesce a mettersi un casco al contrario…prima di ieri) e, ovviamente, a smentire ogni statistica, un fiero karrista dimostra l’impossibile…si può mettere un casco al contrario.
Ok non si scherza più, si monta sul pulmino e andiamo in zona imbarco. Ci saranno due gommoni e su ognuno di essi 4 carristi e una sventurata coppietta che aveva fatto l’unico errore di prenotare alla nostra stessa ora.
Equipaggi decisi, noi veterani dell’Adda mostravamo una sicurezza e una tranquillità da reduci dell’Afganistan. Unico problema era che rispetto al Noce, la nostra precedente esperienza sull’Adda era come una pagaiata sui laghetti di Campogalliano (non parlo del canale della bonifica perché li c’è gia troppa corrente!).
Lezioni generali su cosa fare in acqua (anche qui come in Valtellina la distinzione tra destra e sinistra rimane per il karrista standard un’osso duro da digerire) e un comando aggiunto rispetto all’Adda: “tutti dentro”.
A questo punto avremmo dovuto capire che sarebbe stata una cosa diversa.
Si parte e subito si inizia a ballare. Non ho commenti da aggiungere a quanto visivamente offrono le foto e i video realizzati a commento dell’epica avventura. Posso solo dire che la sbragataggine karrista non è mai venuta meno. Testimone ne è il fatto che, dopo aver affrontato le prime rapide (che solo dopo avremmo capito erano le più tranquille), qualcuno ha avuto il coraggio di dire “bellissimo, speriamo che anche dopo si balli un po’ così”.
Il sorriso sulla faccia delle guide che ci rispondevano “tranquilli, anche dopo ci si diverte” ci avrebbe dovuto far squillare un campanello d’allarme in quanto il concetto “ci si diverte” può essere relativo. Avremmo imparato che il peggio doveva venire. Tranquilli un cazzo.
In una ansa più riparata ci fermiamo sulla riva, facciamo una squallida danza maori al dio del fiume (neanche nei club Alpitour si fanno cose così) e poi ci sbattono in acqua per una prova d’acquaticità. Qui si è distinto tra il karrista furbo che ha affrontato la prova praticamente sulla riva non nuotando ma camminando a carponi sui sassi, dal karrista impavido che si è buttato in piena corrente costringendo la guida al lancio della corda per il recupero (per l’emergenza io ho visto una fiocina…ma non è stata usata).
Si riparte e il dio del fiume, evidentemente inkazzato dalla danza precedente, inizia a scaricare acqua e rapide sulla truppa. I comandi non arrivavano ai sottoposti, quindi la condotta della barca è lasciata al caso (a discolpa, almeno mia, il fatto che la prua era mediamente sotto un metro d’acqua e che l’amplifon sott’acqua non funziona).
Adrenalina a mille e così scorre la nostra ora sul Noce fino ad arrivare al punto d’attracco, ovviamente difficilissimo e che richiedeva una pagaiata coordinata controcorrente. Ancora adesso non so come ci siamo riusciti. Arrivati a terra ho sentito per la prima volta la frase del titolo “Avevi ancora la pagaia asciutta!!!!!!!”. Che bello. Lascio a voi immaginare a chi era indirizzata la frase…ok si ci avete preso: Lusetti.
Carichiamo tutto il materiale sul furgone, cerchiamo d’estrarre le mascherine dalla muta (in realtà pronte per diventare cartapesta per i carri di viareggio 2022) e rientriamo alla base. Il karrista è stanco, così prima di docciarci, iniziamo a fare il primo giro di birre (ne avevamo un baule pieno).
Docciati ed acquistati i ricordi multimediali dell’avventura ci trasferiamo nella località dove avremmo concluso in bellezza la giornata. Ci aspettava tutto il necessario per una bella grigliata karrista per alimentare le stanche membra.
Si termina con il solito giro di amaro e, mentre il narcolettico del gruppo ricarica le pile e nessuno lo sveglia (deve guidare…non si sa mai che crolli alla guida), si concludeva la giornata in Val di Sole e ci avviavamo alle auto per un rientro alle basi fieri d’aver ribadito la superiorità dell’ignoranza karrista sopra ogni elemento naturale.
Prossimo appuntamento il memorial Zamboni che, causa concentramento impegni post covid, sraà spostato a metà luglio.