Eroi in Vetta
Gennaio 2022, temperatura -60, vento a 200km/h, 10 folli eroi conquistano per la prima volta in Inverno la cima del K2.
Potevamo essere da meno??
Neanche per sogno!
Gennaio 2024, temperatura +12, vento…assente, 9 folli eroi conquistano Pian Cavallaro sotto l’ombra del Cimone e festeggiano la conquista con una merenda ormai consolidata: salame, patatine, birra e, in onore dello spirito Alpino, vino rosso e grappa.
Questa è la cronaca della terza avventura invernale karrista (per le immagini clikkate qui!) che si è tenuta Domenica 28 Gennaio 2024. Dopo una prima conquista nel 22 del passo di Croce Arcana e un eroico BBQ Under the Snow nel 23, il komitato direttivo karrista (brevemente KDK) ha eletto ad obiettivo 2024 l’amena località di Pian Cavallaro presso il Monte Cimone.
In realtà il KDK è partito dal definire la località destinata a ritemprare le stanche membra karriste dopo l’avventura (il rifugio Firenze presso il lago della Ninfa) e, partendo da questo punto fermo trovare una località degna di conquista e adatta al picnic per la merenda (o aperitivo per i fighetti).
L’assembramento è stato fissato come al solito a Castelnuovo presso casa Kavallo, poi rapida sosta per la kolazione dalla Monica a Casona e infine arrivo al campo base presso il Lago della Ninfa.
Per noi uomini di pianura, uscire dalla nebbia e da 2 gradi di temperatura per raggiungere la montagna dove ci aspetta una giornata di sole limpido e 12 gradi è sempre un sogno.
Anche qui, come in Inghilterra, ci ha salvato dal parchimetro rotto il karrista Robertino, ormai laurea ad honorem in parking payment creativa e, tranquilli di non trovare multe al rientro, siamo partiti per l’avventura (con un breve stop al rifugio dopo 3 minuti per un bombardino…siamo o no in montagna??).
A questo punto è iniziata la scalata che ci doveva portare in quota e la cui difficoltà maggiore era motivare la truppa. I più alpini hanno iniziato ad utilizzare tutti i soliti trucchi che si usano con i bambini fino ai 6 anni (dopo ti sgamano), cioè “arriviamo fino alla fontana che è lì”, oppure “dai ancora due curve e ci siamo” o anche “appena li sopra c’è un posto perfetto per il picnic”. Con questa motivazione anche i meno alpini hanno retto alla dura marcia (340 mt di dislivello per 3,6 km!!! Mica kazzi) e la truppa è felicemente arrivata a Pian Cavallaro, pronta con il telo mimetico e il coltello per affettare il salame.
Svolto il rito, questa volta innaffiato anche da un’ottimo Sassella del 2012 frutto di un mitico korrierino in Valtellina (una sola parola…perizoma rosso…) e da una digestiva grappa alla pera e allietati anche dallo spettacolo che Lusetti ci ha dato con un drone cinese non in grado di volare, eravamo pronti per la discesa…il rifugio Firenze ci aspettava.
Io non conosco i sentieri del Cimone, ma quello che abbiamo fatto per scendere non era sicuramente il più facile, forse non era neanche un sentiero. Dopo aver attraversato un vallone calpestando la secolare mirtilleta e affrontato una lingua di ghiacciaio primordiale (dove si sono vissuti momenti di terrore per una scivolata di culo di Lusetti utile alla prostatite e per il Kammello bloccato dal panico in mezzo al ghiacciaio), abbiamo affrontato un’ultima parte in bosco, con già profumi di grigliata che arrivavano dalla valle.
Ecco finalmente il rifugio Firenze esattamente alle 14 come da prenotazione (e come al solito mi stupisco di come un’accozzaglia di fanfaroni come noi possa avere una capacità di pianificazione superiore anche ai giapponesi) e in quattro e quattrotto siamo seduti a tavola pronti per un modesto pasto rigenerante.
Modesto per 8 karristi su 9…il nono ha spazzato un tomahawk da 1,5 kg…i nostri nonni dicevano ”se Dio gli conserva la salute, l’appetito c’è”.
Appagati dal pranzo alpino e visto l’orario (già le 16 passate), abbiamo iniziato la ritirata, prima verso i nostri mezzi, poi verso Casona (dove Monica ci attendeva per un altro caffettino), poi verso casa dove ad attenderci purtroppo c’era ancora la nebbia e i 2 gradi lasciati al mattino.
Conclusa l’ennesima avventura karrista ci siamo salutati dandoci appuntamento a febbraio per una serata in mansarda da kavallo, mentre la notte del sacro stinko è stata spostata a marzo.